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mercoledì 28 gennaio 2015

"Sghembestorie" di Valentina Luberto




“Anche a me piace vedere le foglie che nascondono la luna, ma se dietro di esse si riuscisse a vedere la luna, sarebbe inaudito, la vita avrebbe finalmente un senso”: è con queste parole di Rene Magritte che Valentina Luberto ci invita a leggere le sue Sghembestorie, una raccolta di racconti che hanno come filo conduttore il surreale, il sogno , il mistero. E proprio come Magritte che dipinge le sue opere con l’illusionismo onirico, la scrittrice inserisce nei suoi racconti degli elementi reali in un contesto surreale, che cambiano, si trasformano, mostrandoci quello che c’è, o che immaginiamo che ci sia. Sghembestorie, edito da Lettere Animate, si compone di dodici racconti.

Il primo “Una storia o su di lì” è sicuramente il racconto che l’autrice dedica all’artista belga, in quanto numerosissimi sono i rimandi agli elementi tipici che possiamo scorgere nella pittura di Magritte: primo su tutti il cappello a cilindro, ma anche le pietre, le nuvole, per non parlare del “Mago che era tutto occhi e cielo mescolati”. Come dimenticare The False Mirror?

A seguire abbiamo incontrato personaggi bizzarri, che richiamavano le fiabe , basti pensare al mare di lacrime della signora Piera in “Piera e i suoi lacrimosi moti”, o ai personaggi classici di “In una notte come tante e nessuna”; le atmosfere gotiche del cinema timbartoniano con il castello in cui viveva “la bambina, tutta riccioli e merletti neri” di “Il caso delle X di Orsorosso” o di quello francese con un’esile Clementina “nata in quell’acquerello in un bel mercoledì di primavera” di “Cuori inzuppati di pioggia e petali di piuma” .

Un viaggio nel surreale, nel sogno, visto con gli occhi di un bambino, dove non è impossibile che un fiume nato dalle lacrime di un pianista triste, possa dare la vita a un ramo secco, divenendo un’elegante fanciulla dai capelli d’oro. A cura di Tiziana

3 commenti:

  1. Grazie per aver letto con tanta cura e attenzione "Sghembestorie", ma soprattutto, per essere riuscita a cogliere un pezzetto del mio mondo, regalandomi la bella sensazione che sia possibile fare di una propria visione un'immagine visibile anche ad altri occhi.

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  2. Io sono nulla, ma vorrei essere un po di essere. Tu, amica della amica, potrebbe -ma non so- fare me perdonare. Io sento, ma tutto è nero sopra nero. Scusi ante tutto.

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  3. Io sono nulla, ma vorrei essere un po di essere. Tu, amica della amica, potrebbe -ma non so- fare me perdonare. Io sento, ma tutto è nero sopra nero. Scusi ante tutto.

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