Il libro di cui ho deciso di
scrivere è stato pubblicato dalla casa editrice Gargoyle nel 2013 e si tratta
di “I vivi, i morti e gli altri” di Claudio Vergnani. L’autore, risiede a Modena ed ha pubblicato con la stessa casa editrice la
trilogia dei vampiri, composta da “Il 18° vampiro”, “Il 36° giusto” e “L’orapiù buia”.
Come si può ben capire dai
titoli citati sopra, parliamo di horror. Un autore italiano emergente che ha
deciso di occuparsi di vampiri e zombie? Vi chiederete voi. Ebbene sì, e ci
riesce molto bene!
Ma ora veniamo alla trama.
La
vicenda si svolge in Italia, dove, per motivi non ben specificati, da qualche
tempo i morti hanno cominciato a resuscitare, affamati di carne e sangue. In
questa situazione, che presto si trasformerà in una vera apocalisse, facciamo
la conoscenza di Oprandi, ex- militare alcolizzato e caratterizzato da una
pessima visione della vita in generale, il quale viene ingaggiato dai parenti
dei non-morti per porre fine alla loro bramosia di sangue e dar loro la pace
eterna. Il nostro protagonista verrà però in contatto con la signora Ursini,
con la quale stringe un patto: trovare il defunto padre di quest’ultima,
sepolto nella cappella di famiglia in un luogo non precisato in mezzo ai
boschi, riportarlo alla figlia e, dopo aver posto fine alla sua “nuova vita”,
seppellirlo per l’ultima volta con riti cristiani in Svizzera. Come compenso
Oprandi avrà un posto assicurato proprio in Svizzera, paese che sembra essere
rimasto sicuro dall’inizio dei tragici eventi.
Gran parte delle pagine sono
dunque dedicate alla faticosa ricerca del defunto Ursini e alla lotta per
riportarlo alla figlia, e nel corso della vicenda le difficoltà non mancheranno.
Il romanzo è una continua lotta per la vita.
“Forse quello che stava accadendo intorno a me era un fenomeno isolato,
ma la sensazione era che tutto stesse collassando. Mi pareva che la mia vita
fino ad allora fosse stata solo un sogno, e che quella notte mi fossi
svegliato. Come si poteva vincere una battaglia contro i morti? Quanti erano
quelli che potevano uscire dalle loro tombe? Milioni? Miliardi? E quelli che venivano
a loro volta uccisi e si trasformavano, quanti erano? Quanti sarebbero stati?
Senza contare chi moriva per cause naturali, negli ospedali, nelle case di
cura, negli incidenti.”.
Ogni volta che cominciavo a
leggere mi sentivo catapultata in questo mondo ormai allo sbando: correvo
insieme al protagonista, sparavo per difendermi, mi riposavo con lui nei pochi
rifugi ancora accessibili. Ma dopo la quiete ancora la tempesta.
Se deciderete mai di comprare
questo libro, non aspettatevi solo un horror. Tutti i personaggi sono delineati
perfettamente e la loro psicologia è ben definita, così come i sentimenti
provati: paura, angoscia, sconforto ma anche amore, amicizia, pietà e speranza
ci accompagnano fino alle ultime pagine. Non mancano poi riflessioni religiose
e filosofiche sulla vita, la morte e la natura umana. I vivi pur essendo tali
hanno perso la loro umanità e sono “morti” dentro.
Mi ero approcciata a questo
romanzo con diffidenza poiché è il primo romanzo sugli zombie che leggo, ma mi
sono presto ricreduta. A volte la definizione “horror” nasconde molto più che mostri
o fantasmi.
Consiglio questo romanzo a
tutti quelli che considerano l’horror un genere “ di seconda mano” e a chi vuol
passare un freddoloso weekend immerso in una coinvolgente avventura.
A cura di Giulia
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