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domenica 17 agosto 2014

"Il cavaliere d'inverno" di Paullina Simons


Chi mi segue da tempo sa che amo i romanzi ambientati durante la seconda guerra mondiale, non ho mai capito il perchè. Masochismo? Forse. Ricerca del seme del male nell'animo umano? Motivazione più che plausibile.
Uniamo la mia passione per i romanzi storici con quella per la Russia, et voilà les jeux son fait!
"Il cavaliere d'inverno" mi è stato caldamente consigliato per anni, ne ho sempre e solo sentito parlare in termini entusiastici e, non appena ho sentito la chiamata mi sono tuffata nella sua lettura.
Estate 1941, Leningrado, nel Quinto Soviet Tatiana e la sua famiglia dividono due stanze e un corridoio in una di quelle che oggi chiameremmo "comune", la vita scorre senza intoppi, si lavora, si passano le serate in famiglia. La famiglia Metanov ha addirittura la fortuna di possedere una dacia sul lago Ilmen.
Tutto cambia quando una Domenica di Giugno la notizia dell'entrata in guerra della Russia arriva via radio.
Tatiana, la più piccola di casa, diciasettenne che ha sempre vissuto come una povera principessa viziata si trova catapultata in un mondo che non credeva esistesse, fatto di egoismo e lotta fino all'ultimo respiro per la sopravvivenza, proprio il primo giorno di guerra mentre aspetta il tram per comprare le provviste  in vista del conflitto incontra Alexander, giovane militare in carriera, tra i due nasce una romantica tenerezza che ben presto sfocierà in un amore travolgente, i due dovranno combattere per salvare il loro rapporto non solo dalla guerra ma anche dalla famiglia di lei, dalla sorella Dasha (promessa sposa di Alexander) e da Dimitri, un soldato amico di Alexander a cui piace prendersi libertà quando non deve.
Lo sfondo della storia d'amore è la bellissima città di Leningrado (l'odierna San Pietroburgo), stretta nell'assedio tedesco e nel gelido inverno.
L'incontro tra Tatiana e Alexander, il loro amore impossibile e la lotta per la sopravvivenza durante il lungo inverno con razioni alimentari sempre più scarse, senza luce ne riscaldamento mi hanno fatta sospirare ad ogni riga, la descrizione della vita di stenti, delle malattie e delle disgrazie che decimano la famiglia Metanov in contrapposizione con l'amore crescente dei due protagonisti è così vivida che sembra di vivere accanto a loro nel minuscolo "appartamento". sentiamo il freddo che penetra nelle ossa, tossiamo con loro, ci sentiamo impotenti ogni volta che la razione viene diminuita.
Purtroppo quando la scena si sposta a Lazarevo il romanzo incontra una caduta di stile e di trama quasi senza fine, la magia del romanzo si blocca e ci troviamo dinnanzi a "cinquanta sfumature di Leningrado", pagine e pagine fitte di minuziose descrizioni di rapporti sessuali e litigate al limite del ridicolo per problemi inesistenti, da parte di Tatiana la cosa è anche comprensibile vista la sua giovane età, ma da Alexander mi aspettavo più maturità. Fortunatamente la vicenda torna a farsi interessante quando ci si sposta nuovamente a Leningrado.
Un romanzo che in partenza meritava le 5 stelle si è dovuto accontentare di 3, una sufficienza stiracchiata ottenuta grazie all'immensa crescita del personaggio di Tatiana.

1 commento:

  1. Sono d'accordo con te. Ad un certo punto la Simons ha trascinato la storia, rendendo un romanzo evocativo e ben riuscito al limite dello stile harmony. Peccato, l'atmosfera che ha creato e l'ottima ricostruzione storica sono state rovinate. Mi sono fermata a "Cavaliere d'inverno"... mi rifiuto di proseguire.

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